Marcia Solidale in Jazz | 24-31 Agosto 2019

A tre anni dal terremoto che ha colpito il Centro Italia, l’Associazione I-Jazz con il contributo del Mibac e della SIAE presenta la prima edizione di “Il Jazz Italiano per le Terre del Sisma – Marcia Solidale”, www.italiajazz.it un viaggio a piedi alla scoperta dell’entroterra di Marche, Umbria, Lazio e Abruzzo, per esprimere solidarietà alle popolazioni colpite dal sisma, sostenere la micro-economia locale e mantenere alta l’attenzione attraverso un cammino a passo lento, uniti dalla passione e dall’amore per il linguaggio universale della musica.

Un programma innovativo di musica, trekking e solidarietà diffuso nelle terre mutate dal sisma. Ogni giorno sarà caratterizzato da concerti Jazz gratuiti aperti al pubblico che si terranno dal 24 agosto al 1 settembre, da Camerino a L’Aquila.

Un’idea progettuale che si realizza grazie alla collaborazione delle amministrazioni locali, le società di guide e le organizzazioni culturali e ambientali che con le loro idee stanno già operando in questo territorio: Movimento Tellurico, FederTrek, Ape Roma, Legambiente, Terre di Mezzo Editore, Touring Club Italia, Trekking.it, Festival Europeo Vie Francigene e Cammini, Rete Nazionale Donne in Cammino e gli operatori locali del settore turismo sostenibile.

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Info, costi e iscrizioni:

N.B. Le iscrizioni al momento sono chiuse

Telefono: 339 2287563
Email: marciasolidale@gmail.com

Tutti i concerti sono tutti gratuiti e aperti al pubblico

Costi di iscrizione al trekking itinerante con trasporto bagagli:
2 tappe/giorni di cammino: 55 €
3 tappe/giorni di cammino: 70 €
4 tappe/giorni di cammino: 90 €
5 tappe/giorni di cammino: 105 €
6 tappe/giorni di cammino: 115 €
7 tappe/giorni di cammino: 125 €

I costi di iscrizione comprendono: trasporto bagagli, un pulmino di assistenza presente lungo l’intero percorso, assicurazione infortuni e RCT, servizio di accompagnamento con guide qualificate, segreteria organizzativa, prima fila ai concerti jazz e possibilità di incontro con gli artisti, maglietta dell’evento.

I costi di iscrizione non comprendono: costi del pranzo (radura lunch), costi di pernotto in tenda o in struttura (rifugio, B&B, hotel) presso aziende convenzionate, costi convenzionati delle cene.


Programma: trekking e concerti di musica jazz gratuiti

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SABATO 24 AGOSTO | CAMERINO – Tappa Zero: Aspettando il Cammino, Festa de li Vincisgrassi
ore 20,00 CAMERINO/Sottocorte Village Concerto: P-FUNKING BAND

DOMENICA 25 AGOSTO | Tappa 1: CAMERINO – FIASTRA
Difficoltà E, distanza 21 km, dislivello +870 m

LUNEDI 26 AGOSTO | Tappa 2: FIASTRA-USSITA
Difficoltà E, distanza 20,5 km, dislivello +1.000 m

MARTEDI 27 AGOSTO | Tappa 3: USSITA-FORCA DELLA SPINA-CASTELLUCCIO DI NORCIA
Difficoltà E, distanza 15 km, dislivello +480 m

MERCOLEDI 28 AGOSTO | Tappa 4: CASTELLUCCIO di NORCIA – NORCIA
Difficoltà E, distanza 15 km, dislivello +530 m

GIOVEDI 29 AGOSTO | Tappa 5: RIFUGIO PERUGIA-ACCUMOLI (Fraz. Illica B&B Lago secco)
Difficoltà E, distanza 17 km, dislivello +380 m

VENERDI 30 AGOSTO | Tappa 6: ACCUMOLI-AMATRICE
Difficoltà E, distanza 18 km, dislivello +619 m

SABATO 31 AGOSTO | Tappa 7: AMATRICE-COLLEBRINCIONI-L’AQUILA
Difficoltà E (facile), distanza 9 km, dislivello +110 m

DOMENICA 1 SETTEMBRE | L’AQUILA – Maratona del jazz italiano

*Tutti i concerti sono tutti gratuiti e aperti al pubblico

Dalla Lunga Marcia nelle terre del sisma alla Lunga Marcia cammino solidale

La Lunga Marcia 2017 (VI edizione) si è svolta con grande successo di partecipazione dal 28 giugno all’8 luglio attraverso i territori che sono stati duramente colpiti dagli eventi sismici più recenti.

Abbiamo attraversato uno scenario di Terre-Mutate, in cui amministrazioni e cittadini stanno lavorando duramente per ricostruire il proprio futuro. Abbiamo unito idealmente, con i nostri passi, le zone colpite dagli ultimi eventi sismici con L’Aquila, città impegnata in una lunga e complessa ricostruzione del proprio tessuto sociale. L’obiettivo perseguito era di tessere reti di relazioni solidali per dar voce alle necessità, ai progetti e all’impegno di cittadini e associazioni impegnati a ricostruire una nuova prospettiva di vita.

È tuttavia un dato di fatto che la gestione dell’emergenza post sisma e il successivo avvio della ricostruzione vengono gestiti con eccessiva lentezza. Le lungaggini burocratiche favoriscono inevitabilmente l’abbandono del territorio, spesso in zone già colpite dallo spopolamento e dalla crisi economica. Al contrario, la tempestività dell’intervento nell’emergenza e nell’avvio della ricostruzione, insieme alla permanenza dei cittadini nei propri luoghi di residenza e il coinvolgimento delle comunità nella progettazione e gestione di tali processi rappresentano elementi essenziali per favorire la resilienza delle comunità.
(vedi in proposito: Coinvolgimento nella comunità (community involvement), partecipazione e impegno nella comunità (community engagement) AHPRU (1999); Bachrach e Zautra, (1985); Davis, Cook e Cohen (2005); Norris et al. (2008); Paton, Millar e Johnston (2001); Perez-Sales et al. (2005); Sonn e Fisher (1998))

Saranno necessari almeno 10 anni per far tornare una parvenza di normalità le zone dell’Appennino che abbiamo attraversato. E per alcuni dei borghi che abbiamo visitato è legittimo chiedersi se tale tempo sarà sufficiente o se sarà mai possibile, visto il preesistente deficit demografico e le difficoltà socio-economiche ad esso connesse, ipotizzare una rinascita di quei borghi.

È purtuttavia un ulteriore elemento di riflessione il dato di fatto che la Lunga Marcia 2017 con i suoi quasi  100 iscritti ha avuto un impatto economico non irrilevante nelle 11 località nelle quali abbiamo pernottato; abbiamo stimato una spesa media giornaliera di oltre 2000 euro, a favore di aziende e associazioni in ogni comune attraversato, per un totale stimato di €. 24.000. Si tratta di un piccolo ma significativo contributo a favore del turismo sostenibile di quelle zone che hanno bisogno più che mai della solidarietà del resto del paese.

Abbiamo pensato che rendendo fruibile il percorso, per altro verso bellissimo dal punto di vista naturalistico, della Lunga Marcia nelle terre del sisma,  mettendo in rete i principali sentieri attraversati (Grande anello dei Monti Sibillini, Sentiero Italia, Sentieri del Parco Nazionale dei Monti Sibillini e del Parco Nazionale Gran Sasso e Monti della Laga, Sentieri CAI, ecc.) in un unico cammino solidale, percorribile tranne avverse condizioni atmosferiche da escursionisti e cicloturisti durante la maggior parte dell’anno, può essere un modo per favorire il rilancio economico delle zone colpite dai sismi.

Non vogliamo proporre e sovrapporre un nuovo “cammino” alla già ridondante offerta escursionistica. Non un nuovo “pellegrinaggio”. Lo scopo laico e a termine di questa iniziativa (il nostro orizzonte temporale coincide quello è quello del tempo necessario alla ricostruzione) è quello di favorire la ripresa mediante un turismo solidale, sostenibile e responsabile che incentivi direttamente le imprese, i produttori, le associazioni territoriali e, indirettamente, la raccolta di fondi mediante le reti solidali di cui spesso i viaggiatori solidali fanno parte.

Movimento Tellurico a tale scopo pone a disposizione la propria esperienza organizzativa, accumulata in sei successive edizioni della “Lunga Marcia per L’Aquila” ma serve sicuramente il coinvolgimento più ampio di chiunque abbia a cuore la solidarietà concreta con le Terre colpite dai Sismi del 2016/17 a cominciare da chi quest’anno ha già partecipato all’organizzazione della manifestazione (A.P.E – Associazione proletari escursionisti e Federtrek) ma con l’idea di allargare la collaborazione ad altri soggetti interessati.

A tale scopo già abbiamo aperto il cantiere per “La Lunga Marcia – il cammino solidale”,  stiamo strutturando i vari interventi ed il cronoprogramma del progetto, con l’idea di partire già da Settembre con le iniziative più opportune per l’autofinanziamento e la creazione della rete solidale, fra associazioni, amministrazioni locali, operatori turistici e singoli soggetti che ne renda possibile la realizzazione.

Enrico Sgarella
Presidente APS Movimento Tellurico

Mettiamoci una pezza… anche nel 2014

Zona rossa

Si avvicina il quinto anniversario del terremoto che il 6 aprile 2009 devastò L’Aquila e numerosi comuni limitrofi, e anche quest’anno l’associazione culturale aquilana Animaimmersa rilancia l’iniziativa Mettiamoci una pezza, per rivestire edifici e monumenti del centro storico della città con pezze colorate (lavorate ai ferri o all’uncinetto) e inviare così un messaggio di denuncia sulla mancanza di una seria politica di tutela e prevenzione delle catastrofi ambientali a livello nazionale.

Già nel 2012 e nel 2013 sono state inviate per posta a L’Aquila migliaia di pezze cucite a mano dai quattro angoli del mondo. Le pezze sono poi state assemblate per rivestire diversi edifici e luoghi simbolo della zona rossa della città, per “mettere una pezza” sul vuoto e sul grigio lasciato dall’abbandono, e l’anno scorso l’iniziativa ha raggiunto anche l’Emilia colpita dal sisma del 2012.

Il prossimo 6 aprile, a 5 anni dal sisma, Piazza Duomo sarà simbolicamente avvolta in una ragnatela rossa formata da fili e catenelle di lana e cotone che rappresenteranno l’immobilismo che paralizza non solo L’Aquila e l’Emilia, ma tutti i luoghi terremotati e a rischio sismico, intrappolati in un paese che cade a pezzi.

La realizzazione di questo allestimento è aperta a tutti – recita la nota dell’associazione Animammersa – perché, come sempre, sentiamo la necessità di condividere quel senso di rabbia, di denuncia e di unione che sono caratteristica delle nostre azioni e di cui Animammersa vuole rendere protagonista l’Italia tutta”.

Sosteniamo l’iniziativa e le sue finalità (anche la Lunga Marcia per L’Aquila percorse i suoi primi passi proprio nel 2012 per richiamare l’attenzione sui medesimi temi) e invitiamo tutti i nostri amici a fare altrettanto: per aderire al progetto e inviare le vostre catenelle lavorate, o anche semplicemente donare gomitoli di colore rosso, basta seguire le semplicissime indicazioni presenti sul sito dell’iniziativa.

Qui invece la pagina facebook di Mettiamoci una pezza.

La resilienza

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Contributo di Roberto Ferri della SIPEM Marche


Che cos’è la resilienza?

Per resilienza si intende, dal punto di vista psicologico, la capacità dell’individuo di affrontare e superare eventi negativi e traumatici per l’adattamento e lo sviluppo personali. In tal modo l’individuo colpito dall’evento non solo non si spezza, ma potenzia le proprie capacità di adattamento all’ambiente e le proprie competenze.
Fondamentale da questo punto di vista è “esercitare” la resilienza cominciando dalle scuole e coinvolgendo gli istituti in tale programmazione.
Una comunità resiliente è una comunità collaborativa, che non assume il ruolo di vittima bensì si attiva per superare le difficoltà, con indubbi vantaggi sul piano del benessere personale e sociale e con minori costi dal punto di vista della spesa sanitaria e sociale.

Il tema della prevenzione, finalizzato a non ripetere pedissequamente ciò che avviene dopo ogni tragedia che colpisce questo Paese (con la solita frase Non succederà più), è un tema fondamentale che deve prevedere non solo un percorso finalizzato alla costruzione di case antisismiche, ma deve anche prevedere un percorso di crescita delle comunità e dei singoli individui che consenta loro di acquisire consapevolezza di sé e capacità di mettere in atto comportamenti autoprotettivi prima, durante e subito dopo l’evento.

Durante la giornata a Ussita è sorta l’esigenza di integrare questi due momenti con un’azione educativa e sociale che consenta di sviluppare il tema della cosiddetta “resilienza”. Tale integrazione può essere resa possibile prevedendo una serie di iniziative che attraverso seminari, convegni ma, soprattutto, la giusta sensibilizzazione delle Istituzioni (satali e locali) consenta di iniziare questo percorso educativo.

La SIPEM come Associazione di psicologi dell’emergenza è pronta a collaborare a questo progetto integrando il proprio sapere con il sapere, le competenze e le esperienze di vita di tutti coloro che parteciperanno a diverso titolo alla Lunga Marcia del 2014.

Un caro saluto a tutti

Roberto Ferri

Il video degli studenti aquilani

L’Aquila, 10 aprile 2013 – Ecco il video degli studenti del Liceo Cotugno dell’Aquila, che Roberto Saviano e Fabio Fazio, nella trasmissione “Che Tempo che fa”, hanno presentato a un pubblico di milioni di telespettatori:

http://www.youtube.com/watch?v=Diu2inQhoxg

Il 6 aprile 2009, un terremoto ha ferito la città dell’Aquila, ucciso 309 persone e devastato economicamente e socialmente un intero territorio e la sua comunità. Oggi, a quattro anni da quella terribile notte, l’illegalità diffusa e la corruzione rischiano di uccidere la città, il cui processo di ricostruzione non è ancora stato propriamente avviato. Dall’altro lato il soffocamento sistematico di ogni tentativo di partecipazione attiva della popolazione e di ogni moto di indignazione e protesta, rischiano di spegnere definitivamente ogni residuo senso di giustizia e la speranza in una rinascita.

Questo video nasce da un lavoro di ricerca e riflessione sul tema della legalità e della giustizia nel contesto aquilano del post-terremoto, svolto da studenti e studentesse del Liceo Cotugno dell’Aquila, coordinati dalla professoressa Annalucia Bonanni.

Una ricognizione delle inchieste in atto e dei processi celebrati all’Aquila, restituisce un quadro sconfortante: il terremoto è diventato occasione di speculazione affaristica e mediatica e in tal senso i mali di questa città sono lo specchio dei mali del Paese.

Le ragazze e i ragazzi impegnati nel progetto hanno scoperto quanto diffusa sia stata, e sia tuttora, l’illegalità nella città dell’Aquila. A fronte di una corruzione che coinvolge tutte le amministrazioni pubbliche e i più alti livelli di rappresentanza dello Stato, spiccano i processi nei confronti di alcuni cittadini che hanno dato vita a una stagione di manifestazioni e proteste per reclamare quei diritti e quella partecipazione alla cosa pubblica che sono stati puntualmente negati e soffocati.

La conclusione, allora, è che non c’è Ricostruzione possibile dove non c’è legalità. E soprattutto, è necessario che la legalità, come dice il titolo, abbia il volto della Giustizia.

“IL VOLTO DELLA GIUSTIZIA”
Da un’idea di Annalucia Bonanni
Regia: Stefano Ianni
Soggetto e testo: Annalucia Bonanni
Fotografia: Francesco Colantoni
Suono in presa diretta: Giulio Ughi
Si ringraziano per i materiali di repertorio: Luca Cococcetta, Francesco Paolucci, Alberto Puliafito

Il video è stato presentato il 6 aprile 2013 al convegno “Ricostruiamo la legalità partendo da L’Aquila”, organizzato dall’A.N.M. e da LIBERA per il quarto anniversario del terremoto.
Si precisa che il prefetto sotto inchiesta fuori l’Aquila di cui si parla nel video è il prefetto in carica all’Aquila dal 26 maggio 2010 al 4 novembre 2012.

Fonte: 6aprile.it

L’origine del nome L’Aquila

Quando fu scelto il sito per la fondazione della città, si individuò un luogo chiamato Acquilis o Acculi o anche Acculae, per l’abbondanza delle sorgenti che vi si trovavano. La zona era in una posizione strategica tra i due poli entro i quali doveva nascere il nuovo centro urbano e cioè i due centri di Forcona e Amiternum.
Acculi, vicina anche al fiume Aterno, corrisponde all’attuale Borgo Rivera, dove oggi si trova la Fontana delle 99 cannelle; al tempo della fondazione c’era lì una chiesa con un monastero, Santa Maria ad Fontes de Acquilis (o de Aquila).

Fu dunque scelto per la nuova città il nome di Aquila, che riprendeva il toponimo già esistente, ma che richiamava anche l’emblema dell’aquila imperiale, secondo il Diploma di fondazione attribuito all’Imperatore Corrado IV.

logo_laquilaNello stemma della città appare infatti un’aquila. Lateralmente appare la scritta “Immota manet” e inoltre l’abbreviazione PHS. Cosa vogliono dire?

Il motto “Immota manet” significa “Resta ferma”. L’espressione è forse tratta da un verso del poeta latino Virgilio, che attribuisce alla quercia la capacità di radicarsi fortemente e dunque di restare ferma, ben salda.

Il PHS è un vero mistero. Alcuni parlano di un errore di trascrizione del motto Iesus Hominum Salvator o del nome di Cristo (secondo San Bernardino); altri pensano che significhi “Publica Hic Salus”, cioè “qui [c’è] la salute pubblica”.

Aquila o Araba Fenice?

Già nel 1461 e nel 1703 L’Aquila fu vittima di devastanti terremoti (il nero nello stendardo municipale è in ricordo del lutto del terremoto del 1703) ed in entrambi i casi la città fu considerata “perduta” dai contemporanei.

Ed in entrambi i casi fu faticosamente ricostruita dov’era.

In occasione del terremoto del 6 aprile 2009 ci ha provato il governo del tempo ad uccidere la città con la sciagurata scelta di disperdere la popolazione nei 19 lager dorati del progetto CASE (privi di spazi sociali e di collegamenti, dispersi in un territorio che è più vasto di quello compreso all’interno del raccordo anulare di Roma).

Ma anche questa volta gli aquilani ricostruiranno la loro città dov’era con nuovi criteri antisismici e più bella di prima perché rivogliono la libertà, la libertà di camminare… di andare a piedi per il corso a far la spesa, alla posta o alla banca, a trovar amici e parenti o semplicemente a passeggiare – “alla ppee..”  come si dice qui perché una città non è semplicemente un agglomerato di costruzioni dove dormire ma è molto, molto di più….

Video “Non chiamarmi terremoto”

Marta ha 12 anni e vive a L’Aquila dove tutti la conoscono con il soprannome di “terremoto”…

Un bel video in cui si affrontano dal punto di vista di una bambina i problemi della ricostruzione di una comunità, dopo il disastro del terremoto e però si parla anche di prevenzione e di come ridurre al minimo i rischi in caso di terremoto.

http://www.youtube.com/watch?v=oyWYlsjzaYY